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Due domande alle quali Mons. Gänswein non vuole rispondere

di Frà Alexis Bugnolo

Oppure, come è successo che l’Arcivescovo mi ha telefonato

Il mondo ha visto due delle più scandalose usurpazioni di potere nella storia dell’umanità, e nel breve arco di sei anni, dal 2007 al 2013. Parlo dell’elezione incostituzionale di un autoproclamato cittadino keniota alla presidenza degli Stati Uniti d’America, in violazione della clausola del cittadino di nascita naturale (articolo II, sezione 1, clausola 5) e dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio a Romano Pontefice il 13 marzo 2013, in violazione del canone 359 del Codice di diritto canonico del 1983 e della legge di Giovanni Paolo II sulle elezioni papali, Universi Dominic Gregis, n. 37, che vietano entrambi l’elezione del Romano Pontefice quando non si è verificata una sede legale vacante. (Una sede vacante si verifica con la morte naturale del Papa, o con le sue dimissioni dal munus in accordo con il Canone 332 §2). — Per tutte le mie relazioni sulla rinuncia di Papa Benedetto e sul perché questo atto non gli ha fatto perdere l’Ufficio Pontificio, vedi il mio Indice alla rinuncia di Papa Benedetto.

Fu un momento struggente, quindi, per il trionfo della criminalità contro la legge, quando Barrack Obama venne in Vaticano per incontrare il cardinale Bergoglio il 27 marzo 2014. E in mezzo c’era padre Georg Gänswein, alla mano destra di Obama (Foto cura della Casa Bianca).

Ma i piani degli uomini non possono essere nascosti a Dio, né possono essere a lungo nascosti ai fedeli di Dio, mossi come sono dallo Spirito di Verità che rivela segreti nascosti.

Ispirati da questo Spirito, molti fedeli cattolici hanno espresso preoccupazioni, critiche, obiezioni e avvertimenti sugli strani avvenimenti del febbraio 2013, quando Benedetto ha rilasciato una dichiarazione nel Concistoro dell’11 febbraio di quell’anno – chiamato a canonizzare i Martiri di Otranto, massacrati in massa dalle forze turche nel XVI secolo – che è stata pubblicizzata come una rinuncia al papato, anche se non era nulla del genere.

Presente in quel giorno anche Mons. Georg Gänswein, ormai Arcivescovo titolare di Urbs Salvia.

Mons. Gänswein è stato visto quale fedele e devoto segretario personale di Mons. Joseph Ratzinger per più di 35 anni. Ratzinger lo ha visto per la prima volta prendendo un caffè al Collegium tedesco in Vaticano negli anni Ottanta e gli chiese se voleva essere il suo segretario, visto che aveva bisogno di qualcuno che parlasse correntemente il tedesco e l’italiano.  Inoltre, Mons.  Gänswein ha un dottorato in Diritto canonico.

Per questi motivi ho a lungo confidato a Mons. Gänswein di dire la verità, anche se, dopo il suo discorso all’Università Gregoriana nel 2016, quando ha detto chiaramente che Benedetto XVI occupava ancora l’ufficio petrino e condivideva ancora il munus e il ministero petrino, ho scosso la testa, perché mi sembra una cosa del tutto folle da dire, visto che all’epoca operavo ancora sotto la falsa notizia diffusa il giorno, che Benedetto aveva dato le dimissioni dal papato.

Ma negli ultimi 18 mesi, con intense ricerche e indagini, sono arrivato a concordare con Mons. Gänswein su questi stessi punti, perché l’effetto della rinuncia al solo ministero petrino, è che Benedetto conserva ancora il munus petrino e l’ufficio papale, e quindi, in virtù di questi, anche il ministero petrino e il potere di governo, che lui pensi di avere o meno, e che chiunque altro pensi di avere, o meno.

Le mie due lettere all’arcivescovo Gänswein

Così, a Novembre, colmo di questo senso di fiducia nell’Arcivescovo, il cui motto personale è Testimonium perhibere veritati – Testimoniare alla verità – gli ho scritto una lettera personale, in italiano, il 25, il testo della quale pubblicherò qui:

25 Novembre 2019

Mons. George Gänswein
Prefetto della Casa Pontificia
00120 Città del Vaticano

Sua Eccellenza,

Le scrivo per chiedere un incontro con Sua Eccellenza per porre fine a dubbio comune vigente nelle menti di molti cattolici che amano la Sua Santità, Papa Benedetto XVI.

Questo dubbio riguarda se Egli in dire ministero nel suo atto di 11 Febbraio 2013, ha avuto l’intento di dire muneri . Questo dubbio è vigente perché, come penso io, la Sua Santità non è stata mai chiesta in pubblico se aveva questo intento o no.

Molti sono del parere che in rinunciando al ministero la intenzione di Papa Benedetto XVI era a ritenere il munus, perché Egli capisce il munus come la grazia e la vocazione che sono per sempre.

Altri sono del parere che in rinunciando al ministero la sua intenzione era la rinuncia al papato, ma non avendo capito che il ministerium non è il munus a ragione dell’errore nella traduzione tedesca di canon 145 §1, Egli ha fatto un errore sostanziale nella rinuncia (cfr. Canone 126 e 188) perché il Canon 332 §2 costringe l’uomo che è il papa, in rinunciando, a rinunciare al munus petrinum. Essendo che come Papa non ha concesso a se stesso come Ratzinger una deroga a ragione del canon 38, la rinuncia rimane viziata. Così pensano.

Per questi motivi, e perché ho scritto intensamente su questo argomento a

ppbxvi.org
ChiesaRomana.info
E il mio blog at fromrome.wordpress.com

ritengo che un incontro con la Sua Eccelenza aiuterà tutti a capire meglio che è successo.

Non sono giornalista. Sono consecrato secondo la Regola bullata di San Francesco che mi costringe nel suo precetto secondo a sostenere il papato.

Volendo solamente di conoscere la verità, e dimorando per adesso a Roma, solo 10 minuti a piedi dal Vaticano, sono disponibile a venire a qualsiasi momento per incontrarLa in qualsiasi luogo.

In San Francesco,

Frà Alexis Bugnolo

Non avendo ricevuto risposta, il 9 gennaio ho inviato un’altra lettera all’Arcivescovo, presso la Posta Vaticana. Quella lettera ha ricevuto una risposta telefonica. Ecco la originale che era anche in italiano:

Mons. George Gänswein
Prefetto della Casa Pontificia
00120 Città del Vaticano

Sua Eccellenza,

Auguri per il settimo anniversario della Sua consacrazione episcopale per le mani di Papa Bendetto! E grazie per tutto che Lei fa per il Santo Padre!

Scrivo per qualche motivo.

Primo, per farLa ricordare il mio richiesto per avere un incontro con le Sua Eccellenza per capire meglio se il Santo Padre ha voluto di rinunciare al munus petrinum o se ha mai detto che ha voluto di rinunciare al munus petrinum, come ho chiesto nella mia lettera del 25 Novembre.

Ho fatto quello richiesto per il bene della Chiesa, perché capisco che la vera pastoralità che salva le anime si stabilisce sulla verità, non sul sentito dire.

Quindi, Le prego di concedermi un incontro per risolvere i dubbi di milioni di Cattolici sulla Rinuncia.

Secondo, Le scrivo per informarLa che il 19 di Dicembre ho fondato una Lega di Preghiera per Papa Benedetto XVI. Già cattolici in tutto il mondo sono iscritto, tramite i 7 blog che diffondano le notizie.

Per una spiegazione in Italiano
https://www.chiesaromana.info/index.php/2019/12/19/la-lega-di-preghiera-per-papa-benedetto-xvi/

Per la spiegazione in Inglese:
https://fromrome.wordpress.com/2019/12/19/join-the-league-of-prayer-for-pope-benedict-xvi/

Dove si elencano tutti i blog partecipanti nel mondo inglese, italiano, spagnolo e francese.

Ho fondato questa Lega per i motivi descritti nei articoli e per condividere la grazia che il Signore mi ha dato il giorno Papa Giovanni Paolo II fu attaccato nella Piazza di San Pietro anni fa, per pregare ogni giorno per il Santo Padre.

In fine, avendo avuto la cura della mamma nei anni ultimi della sua vita (è deceduta il 2 Novembre 2018 per la demenza sotto-corticale, si chiama Doris) ho imparato bene che si deve dare nutrimento più ricco agli anziani. Raccomando più proteina Nel documentario della Televisione di Bavaria l’immagini del Santo Padre sembrano mostrare che ha perso tanto peso recentemente, e quindi ho premure per la salute di lui. Anche, essendo che il mio nonno materno messinese fu barbiere tutta la sua vita, voglio menzionare che se il Santo Padre ha bisogna di un barbiere per i suoi capelli sono disposto per fare una offerta per il salario di esso.

In San Francesco,

Frà Alexis Bugnolo

Inoltre, se il Santo Padre Benedetto ha bisogno di qualsiasi cosa, mi dice.

In entrambe le lettere, alla fine, ho incluso le informazioni di contatto. Il mio indirizzo e-mail e il mio numero di telefono. Non pensavo che avrei mai ricevuto una risposta alla mia seconda lettera. Ma l’ho avuta, ed è arrivata per telefono alle 10:43 del mattino di sabato 11 gennaio 2020.

L’arcivescovo Gänswein mi fa una telefonata

Anche se ho perso la chiamata, l’arcivescovo è stato così gentile da lasciare un messaggio sulla mia segreteria telefonica. Non posso condividere con voi la registrazione della chiamata, né darvi una trascrizione del suo contenuto, perché ciò è impedito dalle leggi sulla privacy in certe nazioni. Tuttavia, posso descrivere con parole mie, ciò che ho capito dal messaggio lasciato. E lo faccio poiché rivela il perché i Cardinali e i Vescovi non devono confidare a nessuno mediatore con Papa Benedetto XVI ma devono per forza andare da lui e parlare con lui in persona.

Ho studiato musica da giovane, e quindi ho un orecchio attento ai toni musicali. La voce umana anche ha un suo tono, e sia che parli in pubblico o in privato, al telefono o davanti a un pubblico, è lo stesso tono. Per questo posso dire che la voce è quella dell’Arcivescovo. La voce si identifica anche come tale.

I miei contatti italiani mi dicono che è chiaramente la voce di un tedesco, ma uno che parla italiano da tempo. Credo che la voce stia soffrendo un po dell’influenza che sta colpendo tutti a Roma in questo momento. Perciò esorto tutti a pregare per la salute dell’Arcivescovo, del corpo e dell’anima.

Tuttavia, purtroppo, la prima cosa che fa la voce è provarmi con il gaslighting.

Il gaslighting è un termine tecnico per un trucco di persuasione mentale usato di solito dai tiranni o dai manipolatori o anche dai pedofili, per cui chi è nella posizione di potere dica a chi è un soggetto come si deva vedere la realtà. Di solito è accompagnata da insulti o deprezzamenti che rendono la persona soggetta incline a dubitare della propria comprensione della realtà. Se l’arcivescovo sapesse qualcosa di me, saprebbe che questo trucco funziona solo con le menti deboli che cercano l’affermazione del potere, che non sono affatto io. Il commento fatto ha anche cercato di caratterizzare l’intera mia lettera in una tale luce, che è davvero difficile da giustificare anche se si pensa che Benedetto non è ancora il papa, perché la mia lettera riguardava molto più di questo.

Per me, il gaslighting era del tutto fuori luogo, e persino crudele. Rimango scioccato dal fatto che la voce di un arcivescovo sia così poco caritatevole.

La seconda cosa che la voce fa è denunciare il mio lavoro di indagine sulla Rinuncia. Dice in diverse parole che ho torto e mi sbaglio. Questo è un commento notevole, perché chiunque abbia visto gli URL nelle mie lettere saprebbe che sono molto scrupoloso e sostiene tutto quello che dico con i fatti. Non interpreto i fatti, lascio che parlino da soli. E poi la voce esige che io interrompa il mio lavoro di indagine sulla Rinuncia.

Essendo che ho paura di Dio solo, vi posso assicurare che una tale richiesta avrà l’effetto opposto.

La terza cosa che la voce fa, per quanto mi risulta, è chiedere che io e tutti nella Lega smettiamo di pregare per Papa Benedetto. La voce chiede che io preghi per Papa Francesco. Sembra negare che Benedetto sia un papa o il papa.

E ciò che è più notevole, è ciò che non viene detto dalla voce. La voce non dice di agire per il lascito di Papa Benedetto.

La voce è chiaramente di un uomo che agisce per terrore, imprudenza, fretta. Si può sentire la rabbia e il terrore. C’è anche un errore grammaticale nell’italiano usato. Dai registri del mio blog, posso dire con confidenza che l’arcivescovo ha guardato almeno 5 post prima che arrivasse la telefonata. Stava navigando sul mio blog usando una VPN che si mascherava come se fosse in UE e non in Vaticano. (Questa è una pratica standard in Vaticano ora, dopo le incursioni informatiche effettuate dalla gendarmeria vaticana a settembre). Non c’erano rumori di fondo. Si può sentire il colpo di una maniglia del telefono che termina la chiamata con forza.

Potrei dire mille cose su questa telefonata. Ma concludo dicendo che, a mio giudizio, è molto più facile rispondere a due domande che minacciare qualcuno al telefono. Non voglio entrare nel merito del fatto che la voce ha usato un telefono di tipo “burner phone” per fare la chiamata, cioè un telefono che non lascia traccia di quale numero è stato usato per fare la chiamata. Cosa ci fa un arcivescovo con un telefono del genere? Queste cose sono usate da spacciatori e mafiosi!

In futuro, vi consiglio, se volete scrivere a Papa Benedetto, di non inviare la vostra posta all’Arcivescovo. Io stesso ora considero che Benedetto è chiaramente un prigioniere, e che l’Arcivescovo dovrebbe essere considerato una guardia carceraria più che un segretario personale. Lo scopo della prigionia è questo: I suoi carcerieri non vogliono che Papa  Benedetto si incontri con il pubblico o con i Cardinali in privato, dove sia libero di esprimersi, PRECISAMENTE perché non vogliono che gli vengano poste queste 2 domande.

Io so perché. E credo che anche lei lo possa indovinare. Anche altri, migliori di me, l’hanno già indovinato, come Antonio Soci ha detto il 13 Gennaio 2020 a Aldo Maria Valli:

Ma, per quanto riguarda la rinuncia e la scelta di essere “papa emerito”, io credo che, documenti alla mano, sia ormai evidente che Benedetto XVI non intendeva rinunciare – o rinunciare totalmente – al munus petrino.

E quindi, secondo la norma di Canone 332 §2, Benedetto XVI è ancora l’unico vero Successore di San Pietro e Bergoglio non lo è stato mai.

Si prega di condividere questo articolo con tutti i Cardinali e Arcivescovi e Vescovi. Penso che sia una prova sufficiente del fatto che essi dovrebbero preoccuparsi per l’integrità di informazione su ciò che Papa Benedetto ha fatto il 11 Febbraio 2013, che era il suo intento in farlo, e che è la sua conoscenza in riguardo a tutte due domande.

Concluderò questa relazione condividendo un video dell’Arcivescovo, il 14 giugno 2017, in cui egli dice chiaramente le cose che aspettavo a sentire da lui in risposta alle mie lettere: Sono qui principalmente per condividere con tutti i presenti i saluti di Papa Benedetto XVI. (ai 0:17 nel video)

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CREDITS: L’immagine in evidenza mostra Padre Georg Gänswein accompagnando il Barrack Obama al Bergoglio, 27 marzo 2014 A. D. Scattata da un fotografo in servizio al White House, l’immagine è in dominio pubblico.

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POSTSCRIPTUM: In seguito Antonio Socci ha aperto l’argomento sull’Arcivescovo nel suo post su FB, intitolato “Retrosceno“. E Marco Tosatti pubblica commenti di un Vescovo curiale al Vaticano sullo stesso argomento.